La Camera Penale Irpina esprime il proprio sdegno per quanto sta accadendo al detenuto Raffaele Cutolo.

Costui, noto alle cronache per essere stato a capo di un’ associazione criminale che ha cessato di esistere da oltre 40 anni, ormai ottantenne, è ristretto da 57 anni.

Per non definite ragioni di opportunità,  al predetto è stata negata la visita del medico di fiducia benché l’ordinamento penitenziario (all’ art.11) preveda che “i detenuti e gli internati, possono chiedere di essere visitati a proprie spese da un esercente di una professione sanitaria di loro fiducia” e  “con le medesime forme possono essere autorizzati trattamenti medici, chirurgici e terapeutici da effettuarsi a spese degli interessati da parte di sanitari e tecnici di fiducia nelle infermerie o nei reparti clinici e chirurgici all’interno degli istituti, previ accordi con l’azienda sanitaria competente e nel rispetto delle indicazioni organizzative fornite dalla stessa”.

Il detenuto Cutolo versa in gravi condizioni di salute, soffre di diabete, prostatite, artrite ed è fortemente ipovedente, assumendo per tali patologie circa una quindicina di pillole al giorno.

La moglie e la figlia in visita al congiunto riferiscono che  “non è riuscito ad alzare gli occhi, a portare una bottiglia d’acqua alla bocca,a parlare, ad interagire.. ” condizione confermata dal suo difensore che descrive una persona, condotta in sala colloqui con la sedia a rotelle, con il capo reclinato verso il petto, in silenzio e privo di reazioni di qualsiasi genere, anche se per la direzione sanitaria dell’Istituto Penitenziario sarebbe vigile orientato nel tempo e nello spazio. 

Si è avuta la notizia che il detenuto è stato di recente trasferito in ospedale, ma i familiari non hanno più avuto informazioni sulle sue condizioni di salute. 

La Camera Penale Irpina scelse come titolo per un suo convegno “Marcire in Galera: la pena come vendetta”: la vicenda Cutolo è la più chiara dimostrazione di come quella definizione purtroppo non fosse un’ iperbole.

La vicenda si palesa ancor più grave se si pensa che Cutolo, nelle condizioni di salute ed età ormai note, è in attesa della fissazione della udienza che deve decidere sul reclamo avverso il provvedimento impositivo del regime previsto dall’articolo 41 bis ordinamento penitenziario da circa un anno!! 

Non può non venire il dubbio che si stia aspettando la sua morte per non decidere. 

Un vecchio iscritto sosteneva che la dicitura ” la legge è uguale per tutti” principio universale e fondante il nostro ordinamento, presente in tutte le aule di giustizia della Repubblica, andrebbe posta anche di fronte al Giudice affinché nemmeno questi se ne dimentichi; forse è il caso di aggiungere l’ art.4 del manifesto del diritto penale liberale “UMANITA’ E DIGNITA’ SONO VALORI IRRIDUCIBILI DI OGNI UOMO, ANCHE SE COLPEVOLE”.

Il Consiglio Direttivo della Camera Penale Irpina